Fisiologia: consigli sul mal di montagna e vacanza in quota

Con la fine dell’inverno arriva il periodo ideale per lo scialpinismo, l’alpinismo e lo sci su ghiacciaio e quindi inizia la frequentazione dei ghiacciai, dei rifugi e delle località in quota.

Ognuno di noi parte per la montagna sognando la vacanza perfetta talvolta può però capitare che chi proviene dalla pianura soffra di nausea durante i primi giorni passati ad altitudini anche moderate.

E’ meglio affrontare un bivacco in quota dopo un buon acclimatamento

Località a quote elevate sono meno frequenti sulle alpi che in altri continenti ma è comunque bene sapere che, in alcune sfortunate occasioni, gli effetti dell’altitudine possono essere talmente gravi da richiedere un trattamento medico. Si tratta quindi di una problematica da non sottovalutare.

La buona notizia è che si possono in parte prevenire alcuni degli effetti negativi dell’alta quota; la cattiva notizia è che potrebbe essere necessario ripensare a come affrontare l’inizio della nostra vacanza.

Normalmente quando arriviamo in una località di montagna iniziamo subito a fare attività sportiva in modo intenso e a goderci le meritate vacanze, magari anche bevendo più alcool del normale e talvolta sfruttando le spa degli hotel per fare saune e idromassaggi.

E’ importante, però, capire cosa succede al nostro fisico.

Quando saliamo in quota molto velocemente, il nostro corpo cerca di compensare la riduzione di ossigeno respirando più velocemente e questo comporta una maggiore disidratazione.

Inoltre, per via dell’altitudine, la riduzione dell’ossigeno fa si che i capillari si dilatino e continuino a perdere fluidi fino al momento del completo acclimatamento. Questo processo causa una lunga lista di possibili sintomi come: mancanza di respiro, mal di testa, vertigini, letargia, diminuzione dell’appetito, nausea, febbre e insonnia.

Per questo motivo, i pernottamenti sopra i 2.000 metri rappresentano il maggior rischio per coloro che non sono acclimatati.

A 2.400 metri infatti l’ossigeno viene ridotto del 25 per cento rispetto al livello del mare. Addirittura ai 3.800 metri della stazione di arrivo della funivia dell’Aiguille Du Midi a Chamonix si dispone di circa il 40 per cento di meno di ossigeno rispetto al livello del mare.

La telecabina che porta all'Aiguille Du Midi a Chamonix: un dislivello positivo di quasi 3.000 metri in pochi minuti. Non sono rari i casi di persona che si sentono poco bene.

Cosa si può quindi fare se ci si sente male?

In primo luogo, quando si manifestano i sintomi precedentemente descritti, si consideri che è molto probabile che si stia soffrendo di mal di montagna ed quindi evitare di salire ulteriormente di quota.

Questo potrebbe anche significare il non poter sciare il primo giorno di vacanza. Inoltre, se la località in cui ci rechiamo è ad altitudine particolarmente elevata o si tratta di un rifugio in quota, è preferibile pianificare di fermarsi prima per una giornata in una località ad altitudine inferiore per consentire un migliore acclimatamento.

E’ bene anche considerare che il primo giorno in quota è particolarmente provante per il nostro fisico e dunque bisogna riposare e dare modo al corpo di non essere ulteriormente affaticato. Se da un lato è quindi importante accettare il fatto che si possa provare una sensazione di stanchezza, respiro corto o mal di testa, dall’altro è fondamentale che ci si riposi e ci si idrati.

I sintomi possono persistere per un periodo che varia da uno a quattro giorni circa. Se i sintomi non sono migliorati in 24 ore, è necessario scendere ad un’altitudine inferiore. Se i sintomi si presentano in forma acuta, è imperativo scendere di quota immediatamente e richiedere un consulto medico.

Spesso, gli effetti negativi della disidratazione si combinano con quelli del mal di montagna. Quote elevate, aria secca, freddo e il fatto di non riuscire a bere abbastanza liquidi, possono portare a disidratazione, che può appunto esacerbare il mal di montagna.

Una soluzione è quindi quella di idratarsi bene già da prima del viaggio, al punto da dover urinare ogni due o tre ore. Durante il periodo di vacanza è importante evitare o ridurre per quanto possibile tutto ciò che disidrata come te o caffè, alcol, sonniferi, vasche idromassaggio o saune e sforzi eccessivi.

In alcuni casi vengono addirittura utilizzati dei farmaci per prevenire il mal di montagna ma sono sconsigliabili eccettuati casi gravi e solo con la prescrizione di un medico.

Molto meglio, come detto sopra, prendersi un giorno di riposo al momento dell’arrivo in quota, idratarsi e consentire al corpo di acclimatarsi. Si consiglia inoltre, di mangiare frutta e verdura che garantiscono più liquidi al corpo, piuttosto che abbandonarsi grandi mangiate di alimenti grassi e molto salati.

In questo modo i sintomi minori dovrebbero non presentarsi o perlomeno durare poco e potrete poi dedicarvi alle attività in montagna con la migliore prestazione possibile dal punto di vista fisico.

2 pensieri su “Fisiologia: consigli sul mal di montagna e vacanza in quota

  1. Pingback: Consigli per una vacanza in quota e sul mal di montagna

  2. Articolo interessante ed esauriente, vorrei sapere inoltre:
    Quali rischi corre un vecchio con:
    forti sbalzi di dislivello
    – con mezzi di risalita
    – a piedi
    Ischemie? Ictus? Infarti? Aneorisma?
    Come ridurre i rischi? Grazie!

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