Un aspetto poco considerato di quando andiamo in montagna è la disidratazione. Forse perché siamo circondati da una grande quantità d’acqua allo stato solido, forse perché il freddo rende meno evidenti i sintomi come la sete, sta di fatto che spesso chi frequenta la montagna trascura un idratazione appropriata.
Per disidratazione si intende il processo per cui si perdono più liquidi di quanto si riesca ad assumerne. I sintomi di solito si verificano quando si perde anche solo l’1-2 per cento del volume d’acqua normale del corpo, e può manifestarsi come semplice sete, mal di testa, crampi muscolari, vertigini o svenimenti (soprattutto quando ci si alza troppo in fretta) e può progredire fino a sintomi più gravi tra cui perdita di coscienza, convulsioni e morte.
Si possono effettivamente perdere tanti fluidi in un ambiente freddo e secco come la montagna quanti se ne perdono in un ambiente caldo e secco. Questo perché l’aria rarefatta, fredda e secca dell’alta quota disidrata anche con il semplice atto di respirare, anche se non si suda affatto.
Naturalmente la disidratazione è in gran parte prevenibile se vengono assunti liquidi a sufficienza, di solito quattro litri al giorno per escursioni o altre attività di montagna sarà sufficiente. E’ importante tenere d’occhio anche il colore dell’urina – si dovrebbe fare pipì spesso e dovrebbe essere quasi trasparente, se è di colore scuro è necessario bere di più.
Inoltre è importante sostituire gli elettroliti, soprattutto se si sta sudando molto. Alcuni ottimi drink per questo sono bevande sportive per sport di endurance. Per attività non a livello agonistico queste possono anche essere più diluite in quanto sono generalmente studiate per dispendi maggiori. Sono invece da evitare le bevande alcoliche, the caffè, succhi di frutta e le bibite gassate.
Pingback: Fisiologia: consigli sul mal di montagna e vacanza in quota | Sicurezza in Montagna