L’ipotermia è una patologia diffusa in montagna che, a seconda della severità dei casi, può portare a gravi conseguenze.
Quasi ogni persona che si avventura in montagna durante l’inverno tende a coprirsi abbondantemente ma non sono rare le occasioni in cui si può soffrire di ipotermia come ad esempio nel caso di permanenza su una seggiovia che si ferma, nel caso di forte vento, oppure quando si è immobili perché si è infortunati o peggio ancora in un crepaccio. L’ipotermia è però frequente anche in estate perché spesso si sottovaluta l’abbigliamento necessario o si rimane vittima di un cambiamento repentino del tempo. Mi è più volte capitato di affrontare vie su versanti esposti a Nord in giornate dove al sole si moriva dal caldo e invece sulla via si tremava dal freddo complici vento ed esposizione.
E’ pertanto importante capire di cosa si tratta e come si può evitare o porvi rimedio.
Cos’è l’ipotermia
L’ipotermia è una condizione clinica di emergenza e deve essere trattata immediatamente per evitare la morte.
I primi sintomi iniziano sotto forma di brividi quando la temperatura interna del corpo scende sotto i 35° C e sono il tentativo del corpo di scaldarsi mediante contrazioni muscolari involontarie.
Se questa condizione progredisce, i brividi si fermano quando la temperatura corporea scende al di sotto dei 32° C. In questo caso la vittima potrebbe non essere più in grado di camminare, potrebbe avere una certa confusione mentale e finirà per perdere conoscenza. Le pupille si dilatano e il polso e la respirazione possono diventare impercettibili.
In casi estremi, la vittima in questo stato di delirio potrebbe addirittura pensare di avere caldo e cominciare a rimuovere gli strati di vestiario, aggravando la situazione. Infatti alcune vittime di ipotermia sono state trovate morte con la maggior parte dei loro vestiti non indossati.
Ogni consumo di alcool aumenta ulteriormente le possibilità di rimanere vittime dell’ipotermia, quindi bisogna evitare di bere alcool se si sta affrontando un’attività in ambienti freddi. Invece rimanere idratati con bevande non alcoliche potrà aiutare a mantenere la temperatura corporea più elevata.
L’ipotermia può essere un nemico subdolo, infatti è possibile rimanerne vittima anche in condizioni di temperatura e umidità relativamente miti, intorno ai 10°C con la stessa facilità con cui si rischia nelle condizioni di freddo intenso.
Trattamento
Il trattamento inizia con la prevenzione (mantenersi caldi anche nella stagione fredda) e dipende anche dalla gravità. Prima di tutto, mettersi al riparo dal vento e dall’umido, quindi rimuovere tutti gli indumenti bagnati e sostituirli con vestiti caldi e asciutti. Questo è di solito sufficiente per riportare a normalità la temperatura di persone con sintomi lievi.
E’ importante sapere che la maggiore dispersione di calore avviene dalla testa e dalle estremità (mani e piedi) quindi, a meno che non siano bagnati, bisogna sempre tenere cappello, guanti e calze, anche in estate.
Nei casi più estremi, è necessario avviare un più drastico processo di riscaldamento. Se possibile trasportare la vittima al più presto in un ospedale per questo trattamento. Se ciò non è possibile bisogna attivarsi come segue:
Non bisogna:
- strofinare o massaggiare il paziente
- somministrare bevande alcoliche
- utilizzare borse di acqua calda o fare alla vittima un bagno caldo
- praticare trattamenti su parti in stato di congelamento
Queste azioni richiamano la circolazione del sangue in modo repentino verso la pelle, privandone gli organi interni con gravi conseguenze pertanto devono essere evitate.
Bisogna invece:
- contattare al più presto i soccorsi
- se possibile portare la vittima in un rifugio riparato o comunque creare un riparo per quanto possibile dal vento e dalle intemperie
- se si può fare rapidamente, togliere eventuali vestiti bagnati e sostituirli con vestiti asciutti
- condividere il calore corporeo con la vittima ponendosi insieme in un letto o un sacco a pelo senza indumenti o al massimo con indumenti intimi
- fornirle cibo e bevande calde non alcoliche
- mantenere la vittima sotto osservazione ed essere pronti a praticarle la rianimazione cardiopolmonare
- è imperativo se la vittima viene estratta da acque con una temperatura media tra i 5 °C – 10 °C tentare di sollevare l’individuo in posizione supina dato che se l’individuo si solleva con le proprie forze sulle sue gambe il cuore ne risulta gravemente leso ed esposto ad uno sforzo eccessivo che può e frequentemente conduce alla morte.
Se l’ipotermia è grave, cioè se la vittima è incosciente o in stato confusionale, il riscaldamento corporeo DEVE esserle praticato in un ospedale e sotto sorveglianza medica: i soccorritori dovrebbero limitarsi a portare la vittima in un ambiente più caldo, cambiare i vestiti umidi o bagnati con altri asciutti e portarla in ospedale il più rapidamente possibile.
Durante l’ipotermia, il cuore è molto sensibile e un riscaldamento corporeo repentino potrebbe provocare problemi cardiaci. I soccorritori dovrebbero pertanto trattare una vittima in grave ipotermia con estrema cautela, senza provocare scossoni, colpi o rumori forti, per non stimolare il cuore e rischiare crisi cardiache.